Archivi tag: assi di variazione

Dialetto: sinonimo di volgarità?

Ebbene uno degli argomenti che più mi preme trattare è il tanto combattuto dialetto.

Grazie ai miei studi (sono una studentessa in Lettere Moderne), posso sfatare alcuni luoghi comuni sul tanto denigrato, ed a volte elogiato, dialetto.

Riconoscerne le situazioni d’uso è un buon punto di partenza per valorizzare il nostro accento senza abusarne, se al momento giusto, non è mai fuori luogo.

Avremo dunque degli assi di variazione:

1) Variazione diatopica: area geografica in cui viene usata la lingua e, più specificatamente, dalla regione di provenienza dei parlanti e ancora più specificatamente, dalla loro distribuzione geografica;

2)  Variazione diastratica: come lo stesso nome ci consiglia riguarda lo strato o gruppo sociale al quale appartengono i parlanti e ancora più specificatamente, dal posto che occupano nella stratificazione sociale;

3)  Variazione diafasica: ovvero la situazione comunicativa nella quale viene usata la lingua;

4)  Variazione diamesica: questa variazione si è aggiunta solo recentemente, riguarda il mezzo fisico-ambientale di comunicazione che viene adoperato.

Bene, il dialetto impegna in modo particolare due di queste variazioni, ovvero quella diafasica, nonché situazionale e quella diastratica, nonché sociale, ma che vuol dire?

La variazione diafasica (situazionale) ci aiuterà a distinguere il corretto contesto nel quale adoperare il dialetto: ovviamente saranno contesti informali, quali la casa, quando si è con gli amici, di certo non in un contesto ufficiale quali un colloquio di lavoro, la scuola, l’università; la variazione diastratica (sociale) ci aiuterà a distinguere i ceti di provenienza, sia chiaro, un individuo che parla il dialetto non va classificato come ignorante, ma anche questo dipende dal modo in cui lo parla e dal contesto nel quale lo usa.

Ma a cosa servono tutte queste nozioni?

Bene lo scopo di questo “articolo” vuole essere quello di valorizzare il dialetto e ricordare che questo è una vera e propria lingua a sé stante e NON una varietà dell’italiano, dunque in quanto tale possiede delle regole grammaticali proprie che, anche qui, bisogna conoscere per poterlo parlare correttamente.

Dunque il dialetto NON è sinonimo di ignoranza, ma al contrario va preservato e valorizzato, perché ci ricorda le nostre origini, è insito in noi e non è giusto annientarlo. Da quanto su esposto ne conviene dunque che bisogna saper distinguere le corrette situazioni d’uso del dialetto.

 

Condividi su: