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Noah…che magnifica scoperta!

In programmazione dal 10 aprile 2014 nelle sale cinematografiche, “Noah”, il film che narra la storia del prescelto dal Creatore per compiere una celebre impresa.

Ne sono stata immediatamente incuriosita  e allo stesso tempo affascinata, sia per l’alone leggendario e misterioso che lo storia in sé contiene, sia perché ho da sempre un debole per i film tratti dalla storia e mai come questa volta le mie aspettative non erano infondate.

Un cast solenne con la partecipazione di Russell Crowe, Emma Watson e tantissimi altri attori di notevole importanza.

E’ un film che conduce alla riflessione, un uomo, un semplicissimo essere umano imperfetto per natura, viene prescelto dal Creatore per compiere un’importantissima impresa ovvero salvare gli innocenti grazie alla costruzione di un’arca che li salverà durante il diluvio universale.

Ma chi sono gli innocenti?

Iniziamo dal principio, ebbene sì “principio” sarà una delle parole chiavi di questo film. Noah, nonché per noi Noè, dovrà portare a termine un arduo compito, ma perché gli viene affidato?

Il giardino dell’Eden era una paradiso terrestre prima che Adamo ed Eva venissero messi di fronte alla scelta, simbolicamente rappresentata con la mela colta dall’albero: cosa scegliere? Lasciarsi tentare dal peccato, o preferire il bene? Be’ sarà in questo momento che si scoprirà la debolezza insita nell’essere umano, imperfetto di natura, incapace di resistere alle tentazioni e costretto a cedere al peccato. L’uomo è colui che ha rovinato tutto, che ha anteposto i propri vizi, i propri desideri, l’uomo violenta il mondo per renderlo a propria immagine e somiglianza, un’immagine imperfetta, diversa da quella che il Creatore gli aveva donato.

Ma allora chi sono gli innocenti fra tutti questi peccatori?

Gli animali, sono loro i veri innocenti, le vittime delle azioni incuranti dell’uomo, sono loro gli esseri da salvare, solo loro sopravviveranno, solo loro non meritano di essere giudicati. Ma non incontrerà poche difficoltà nel mettere in pratica la parola del Creatore.

Noè ha una moglie e tre figli quando riceve questo compito, quando inizia a comprendere che non resta molto tempo al mondo, che non resta ancora molto tempo all’umanità. Fondamentale sarà la figura del nonno, Matusalemme, al quale cercherà di rivolgersi per comprendere come agire, ma dapprima dovrà vedersela con i Vigilanti.

Ma chi sono i Vigilanti?

Sono figure mostruose ostili al genere umano, in quanto al momento del peccato originale li sostennero e diedero loro un’altra opportunità che gli uomini spinti dal loro egoismo non seppero apprezzare, in seguito a questo episodio vennero pietrificati e cacciati dai cieli. Ora Noè si trova di fronte e figure spaventate e sfiduciate, pronte a sconfiggerlo pur di non aver più nulla a che fare con la loro razza. Solo in seguito capiranno che non hanno di che temere di Noè e che anzi ha da portare a termine un arduo compito. Incontrerà l’ostilità degli uomini presuntuosi, in particolar modo di colui che si crede Re di quella terra, il quale porterà al suo seguito una massa di uomini inferociti desiderosi di uccidere Noè, quell’uomo che si fa portatore del giudizio universale.

Una scena che mi ha colpita particolarmente di questo film è quando giunge il momento del giudizio, il diluvio e Noè è costretto a dover salvare soltanto gli animali e si odono le urla di dolore degli uomini fuori dall’arca in preda alle acque impazzite. “Il giudizio verrà dal cielo, le acque scenderanno dai cieli” e si vede il volto affranto e provato dal dolore, è un compito ben più grande dell’animo di un essere umano eppure è stato scelto dal Creatore perché sapeva che l’avrebbe portato a termine anche se estenuante, sapeva che non si sarebbe fatto sopraffare dalla debolezza umana. Sfida il disprezzo delle persone che ama: la moglie, lo segue in tutta la sua impresa, solo quando quest’ultima per essere portata a termine richiede l’uccisione delle sue due prime nipoti, figlie del loro primogenito Sem, perché la razza umana deve estinguersi e essendo di sesso femminile implica il susseguirsi della specie, smette di appoggiarlo; Sem, il suo primogenito che, divenuto padre, reputa appunto disumano che il nonno delle sue figlie le voglia uccidere pur di portare a termine un “semplice” compito; Cam, il secondogenito che a seguito del giudizio universale, essendo rimasti solo loro come ultimi capostipiti della razza umana, non troverà mai moglie, finché, nel caos del diluvio incontrerà una giovane vittima innocente se ne innamorerà ma Noè terrorizzato alla vista del figlio che sta per essere travolto dall’esercito umano inferocito, lo costringerà a lasciarla lì pronta per essere travolta e morire; ma egli sa di aver ricevuto un compito sente di doverlo portare a termine, a costo dell’odio di chi ama.

Terrificante è il discorso che fa Noè alla sua famiglia quando si trovano nell’arca durante il diluvio “Sem e Ila (moglie del primogenito) seppellirete me e tua madre; tu Cam seppellirai Sem ed Ila; tu, Jeffrey, sarai l’ultimo uomo”. E’ una scena agghiacciante, un discorso che fa prendere loro consapevolezza di vuol dire portare a termine quel compito, cosa ancora più agghiacciante è come lo stesso Noé riesca a dire queste parole che riguardano la loro morte e la morte della razza umana ai suoi figli,

Durante il combattimento con  l’esercita di colui che si ritiene Re, i Vigilanti che avevano sostenuto per tutto quel tempo Noè moriranno per difendere lui e la sua famiglia e questo gesto concederà loro di essere accolti nuovamente dal Creatore e tornare ad essere luce, come lo erano in principio.

Una frase che per me è stata spunto di riflessione la pronuncia Noè al figlio Cam quando quest’ultimo infuriato perché non riesce a trovare moglie e, dunque, a diventare un vero uomo, insiste col chiedere al padre di trovare anche a lui una donna ed egli gli risponde: “ci è stato affidato un compito più grande dei nostri desideri”, credo che dovremmo ricordarci più spesso di questa frase, quando i nostri desideri si antepongono ai nostri doveri, solo così potremo portarli a termine.

Un film che tiene alta la suspance, che ti lascia con il fiato sospeso, in particolar modo mi sono ritrovata ansiosa e allo stesso tempo non avevo il coraggio di sapere che ne sarebbe stato delle nipoti, le avrebbe davvero uccise pur di compiere l’opera? Ebbene no, con mia grande sorpresa giunti nel momento clou ritorna ad essere umano e sceglie la loro vita “perché le ho guardate e ho sentito solo amore”, così afferma.

Era stato il volere della moglie la quale, presa coscienza dell’infertilità di Ila a seguito di una ferita che subì da bambina durante il caos del giudizio, si rivolge a Matusalemme, il quale la cura, ciò provoca l’ira e la disperazione di Noè già afflitto dai sensi di colpa per il terribile gesto che aveva dovuto compiere: lasciare fuori dall’arca tutte quelle persone, bambini compresi. In caso fosse nata una bambina, l’avrebbe dovuta uccidere, in caso della nascita di un uomo, sarebbe stato lui l’ultimo sulla Terra, ma poi giunto nel momento di dover compiere l’atroce e disumano gesto, non riesce, è troppo persino per lui.

Ritroveremo Noè a distanza di anni solo e disperato ad ubriacarsi sulle rive del mare, finché la dolce Ila non gli chiederà il perché del suo isolamento “ho deluso tutti voi”, affermerà Noè, è toccante il suo senso di colpa per un gesto che ha dovuto compiere non senza difficoltà e non per sua volontà. Tornerà dalla moglie e dalla sua famiglia, solo dopo aver placato il suo animo sofferente.

E’ un film che conduce alla riflessione, a pesare le azioni che facciamo, a preoccuparci del mondo che ci circonda, a ricordarci che l’imperfezione è insita in noi, a ricordarci che dobbiamo essere più rispettosi nei confronti della natura, a far andare il progresso di pari passo con la natura, nulla di ciò che calpestiamo è nostro, nulla di ciò che ci circonda lo possediamo, possiamo usufruirne, ma non distruggerlo.

Vi lascio con una citazione di questo film molto bella a mio parere:

<<Non desidera altro che amore, non basta questo per essere buono?>>  

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